Questo articolo è stato originariamente pubblicato nel 2018.
Attualmente ci troviamo nei cosiddetti Dieci Giorni del Pentimento, che iniziano il primo giorno di Rosh Hashanah e terminano con Yom Kippur. Come spiegano i kabbalisti, questo periodo è una sorta di pulizia del vaso, che rende possibile alla Luce a cui ci siamo connessi a Rosh Hashanah di arrivare e manifestarsi nella nostra vita. Pertanto, lo Shabbat che cade a cavallo di questo periodo, detto Shabbat Shuva o Shabbat del Ritorno, è estremamente importante e speciale.
“Non importa cosa abbiamo fatto o quanto in basso siamo caduti, in questo Shabbat, quell'elevazione è disponibile.”
A Rosh Hashanah ci colleghiamo a quello che viene chiamato il sesto giorno della creazione, il giorno in cui Adamo ed Eva furono creati. Poco dopo, essi caddero nel Desiderio di Ricevere Solo per Sé Stessi, mangiando da quello che viene chiamato l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male. Così facendo, persero la loro certezza e furono cacciati dal Giardino dell'Eden. Adamo ed Eva iniziarono quindi il processo di correzione. Anche se stiamo ancora perfezionando questa correzione, essi raggiunsero il loro primo stadio nello Shabbat successivo, lo Shabbat dopo la creazione dell'uomo, questo Shabbat. Nello Shabbat Shuva, quindi, la Luce necessaria per elevarsi dopo una caduta è stata resa disponibile a tutti noi; non importa cosa abbiamo fatto o quanto in basso siamo caduti, in questo Shabbat, quell'elevazione è disponibile.
Il motivo per cui tale elevazione è così importante in questo Shabbat è che in questo momento la Luce e le benedizioni che abbiamo ricevuto a Rosh Hashanah sono solo a livello potenziale, e dobbiamo creare il vaso che possa contenere quella Luce; questo è l'obiettivo di questo Shabbat e lo scopo ultimo dello Yom Kippur. Una persona che realizza una perfetta connessione a Rosh Hashanah ma non si avvale della grande Luce e dell'elevazione di questo Shabbat e di Yom Kippur, resta con tutta quella Luce e quel potenziale, senza essere in grado di manifestarlo e di portarlo nel proprio vaso. Ecco perché Yom Kippur viene dopo Rosh Hashanah e il motivo per cui abbiamo questo Shabbat: affinché tutta la straordinaria Luce potenziale che abbiamo risvegliato possa essere accolta da un contenitore purificato, elevato e connesso.
Dunque, è da qui che inizia la comprensione dello Shabbat Shuva: è lo Shabbat in cui dobbiamo elevarci. È lo Shabbat in cui dobbiamo iniziare, o siamo nel mezzo del processo di purificazione. Durante questo Shabbat la massima attenzione deve essere rivolta non solo all'elevazione, ma anche a un altro concetto che, in realtà, è collegato ad essa. Parliamo spesso di come lo scopo ultimo del lavoro spirituale, come spiega Rav Ashlag, sia da un lato quello di ottenere uno stato di costante e crescente certezza nella Luce del Creatore, mentre dall'altro quello di elevarsi al di sopra del Desiderio di Ricevere Solo per Sé Stessi verso un più grande Desiderio di Condividere. Qual è la correlazione tra questi due concetti?
“La certezza viene data a un individuo in virtù del suo lavoro di rimozione del Desiderio di Ricevere Solo per Sé Stesso.”
La risposta è che queste due realtà lavorano insieme e costituiscono di fatto un tutt'uno. Ciò significa che un individuo che non è costantemente impegnato a trasformare ed elevare il Desiderio di Ricevere Solo per Sé Stesso in Desiderio di Condividere non può raggiungere la certezza. E una persona che pensa che l'unico scopo del lavoro spirituale sia quello di concentrarsi sull'elevare ogni situazione di sfida o di oscurità in certezza non sarà mai in grado di farlo, poiché solo il costante lavoro di trasformazione del Desiderio di Ricevere in Desiderio di Condividere potrà portare a certezza.
È una comprensione importante: la certezza viene data a un individuo in virtù del suo lavoro di eliminazione del Desiderio di Ricevere Solo per Sé Stessi. Il grado di mancanza di certezza è perfettamente correlato al grado di egoismo che ancora persiste nell'individuo. Pertanto, l'unico modo per crescere nella certezza è crescere nella nostra trasformazione; viceversa, man mano che cresciamo nella nostra trasformazione, ci accorgeremo di essere capaci di una maggiore certezza. E se non stiamo facendo il lavoro di rimozione dell'egoismo, per quanto ci sforziamo, continueremo a mancare di certezza e a vivere nel dubbio e nella paura, perché la certezza è una manifestazione del lavoro di eliminazione dell'egoismo.
Così, ora comprendiamo che questo Shabbat non è solo di elevazione, ma anche di certezza, perché le due cose sono interconnesse. Nello Shabbat Shuva riceviamo il duplice dono di poter progredire nella consapevolezza che la trasformazione del nostro egoismo è anche un'elevazione della nostra certezza e, cosa ancora più importante, riceviamo l'aiuto necessario per riuscirci.