Questo articolo è stato precedentemente pubblicato nel 2022.
Nella porzione di Pekudei si parla della costruzione finale e dell'assemblaggio di tutti i pezzi del Mishkan, il Tabernacolo, il luogo nel deserto in cui risiedeva la Luce del Creatore. Il Midrash ci dice che il lavoro di Mosè e di Bezalel, il principale architetto che costruì il Tabernacolo, rispecchiava la creazione del mondo. Si dice che Bezalel conoscesse la combinazione di lettere, il Nome di Dio, con cui il Creatore creò questo mondo, e che fosse in grado di utilizzarla.
Qual è la comprensione di questa affermazione e, soprattutto, che cosa ne ricaveremo? Ci sono due aspetti principali nello studio della Kabbalah: c'è quella parte che ci dà indicazioni su come crescere e cambiare per connetterci al Creatore e ricevere più di quella Luce e di quelle benedizioni nella nostra vita, e c'è l'altra parte, che sono gli strumenti. Gli strumenti sono le combinazioni di lettere che compongono i Nomi di Dio e le loro diverse meditazioni. Questo aspetto è tanto importante quanto il precedente per la nostra crescita, poiché, per quanto possiamo essere potenti nel promuovere la nostra trasformazione, senza questi strumenti sarà molto difficile raggiungere la vera crescita e la connessione per cui siamo arrivati in questo mondo.
“La Luce del Creatore è vicina a tutti coloro che la invocano e chiedono il suo aiuto...”
C'è una sezione dello Zohar che riguarda questo aspetto e che ho sentito e letto innumerevoli volte, ma che mi è rimasta impressa quando ho sentito mio padre, Rav Berg, citarla durante un viaggio in Israele circa 25 anni fa. Recita così: "La Luce del Creatore è vicina a tutti coloro che la invocano e chiedono il suo aiuto, a tutti coloro che la invocano nella verità". Lo Zohar sembra dire qui che non tutti coloro che pregano riceveranno la risposta o la Luce, ma soltanto coloro che invocano nella verità. Quindi, cosa significa invocare nella verità? Molto spesso, quando abbiamo bisogno di qualcosa e vogliamo connetterci al Creatore per ricevere Luce e benedizioni, non sentiamo che la Luce giunge a noi. Il Rav diceva che lo Zohar ci spiega il perché: il motivo per cui essa non giunge a noi è che dobbiamo essere a conoscenza di questi canali di Luce e invocare con il giusto Nome. Se non conosciamo i Nomi corretti o non li usiamo nel modo giusto, sarà molto difficile attrarre la Luce di cui abbiamo bisogno e che stiamo chiedendo.
Ci sono però coloro che conoscono i giusti Nomi da usare, il canale giusto da cui attingere la Luce; Bezalel era una di queste persone e vorrei concentrarmi sul Nome con cui si è connesso. Quando arriviamo a comprendere il potere di questo Nome e cominciamo a usarlo, abbiamo la speranza di poterci elevare per ricevere ed entrare maggiormente in connessione con la Luce del Creatore.
“Se non conosciamo i Nomi corretti, o non li usiamo correttamente, sarà molto difficile attingere alla Luce di cui abbiamo bisogno e che chiediamo”.
Per spiegare il Nome che ha utilizzato, voglio condividere una sezione dello Zohar Chadash. Lo Zohar Chadash, o Nuovo Zohar, è stato scoperto dopo quello che conosciamo come Zohar classico. Fa ancora parte degli stessi insegnamenti di Rav Shimon bar Yochai, ma è stato trovato più tardi e stampato separatamente. In Beresheet si legge, come sappiamo, che all'inizio il Creatore creò i cieli e la terra. In ebraico, "i cieli e la terra" corrisponde a et hashamayim ve'et ha'arets. Rav Shimon dice che la prima lettera di ciascuna di queste quattro parole, Aleph Hey Vav Hey, costituisce il Nome che è la forza che anima tutta la creazione come la conosciamo oggi. Ed è questo il Nome usato da Bezalel. Questo Nome non è così comune come gli altri che conosciamo, come il Tetragramma, lo Yud Kei Vav Kei, ad esempio, ma Rav Shimon ci dice qui che è uno dei più importanti da conoscere. Quando usa il termine "conoscere", intende dire usarlo e connettersi alla sua essenza. Perché l'Aleph Hey Vav Hey è così importante, si chiede Rav Shimon? Perché questo Nome, composto da questi quattro canali di Luce, è la forza e l'energia eterna che permette ai cieli, alla terra e alla natura di crescere, svilupparsi e progredire.
Rav Shimon rivela poi una cosa molto interessante. Nello Zohar e nel Talmud si legge che ogni cosa che cresce in questo mondo, anche un filo d'erba, ha un angelo che la sorveglia, la spinge e le dice: "Devi crescere e cambiare". Ogni cosa che cresce in questo mondo, anche gli esseri umani, lo fanno grazie al supporto di questo angelo. Non si tratta di un angelo come tendiamo a pensarlo, come una figura alata, bensì di questo Nome, Aleph Hey Vav Hey. È la Luce e l'energia che scorre attraverso questa combinazione di lettere, chiamata angelo e che permette non solo alla vegetazione di crescere, ma anche a ciascuno di noi di farlo. Pertanto, Rav Shimon ci spiega che, quando nel Talmud si dice che non c'è filo d'erba che cresca senza che un angelo gli dica di crescere, ci si riferisce a questo Nome, all'energia delle lettere Aleph Hey Vav Hey.
Quando comprendiamo questo, possiamo iniziare a vedere che per chi di noi vuole crescere ed essere colmato dalla forza che ha creato l'eternità in natura, ciò avviene attraverso la combinazione di queste lettere. In questo modo, possiamo apprezzare il potere di essere connessi all'Aleph Hey Vav Hey, la forza che è alla base della creazione. È realmente la forza, come dice lo Zohar, che collega la Luce del Creatore e i mondi superiori a questo mondo fisico. Ogni mancanza di desiderio di crescita, o mancanza di crescita stessa, che si verifica in questo mondo è in qualche modo legata a una mancanza di connessione con questo Nome. Nello Shabbat Pekudei abbiamo l'incredibile opportunità di risvegliare il nostro desiderio e la nostra capacità di usare l'Aleph Hey Vav Hey e di connetterci alla forza all'origine della creazione, come fece Bezalel nella creazione del Tabernacolo.