Negli ultimi 60 secondi, il tuo corpo ha subito innumerevoli trasformazioni. Il tuo cervello ha ricevuto milioni di bit di informazioni visive, che sono state processate (insieme agli altri input sensoriali) attraverso incalcolabili meccanismi neurali. Il tuo cuore ha battuto circa 80 volte (la media a riposo), inviando quasi 6 litri di sangue in una complessa rete di vasi sanguigni per inviare nutrienti ed ossigeno a tutte le oltre 37 trilioni di cellule del tuo corpo. Allo stesso tempo, i tuoi polmoni hanno processato 7/8 litri d’aria, e il tuo sistema digestivo ed endocrino, insieme agli altri, hanno portato a termine milioni di scambi invisibili – e tutto per sostenere la tua esistenza!
E anche se molte di queste funzioni sono involontarie o meccaniche, la rottura di anche una sola di esse può portare ad un collasso dell’intero sistema.
Ecco come appare, in piccola scala, l’unità. Ma a Shavuot (il 6°-7° giorno di Sivan, il mese dei Gemelli) e nei giorni che lo circondano, il mondo dell’illusione e della separazione si arrendono alla più grande unità possibile. Perché in questo giorno, più di 3400 anni fa, la Luce del Creatore è stata interamente rivelata a ogni nazione in ogni lingua, dando inizio a quello che Rav Berg chiamava il dono di tutti i segreti dell’Universo. È stata l’alba della consapevolezza unitaria, o Tselem (che possiamo tradurre come “l’immagine del Creatore”).”).
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Attingere a questa consapevolezza di Tselem ci eleva oltre la razionalizzazione o l’immaginazione della nostra connessione alla Luce. La sentiamo… la viviamo… la DIVENTIAMO. Capiamo che non siamo semplicemente un’ombra o uno strumento del Creatore; noi SIAMO il Creatore!
Einstein, Hawking e molti altri hanno dedicato anni e anni delle loro vite alla ricerca di una teoria unificata, la teoria del tutto (raccontata dal film omonimo). Eppure, la Kabbalah insegna che la completezza e l’interezza sono nella Luce del Creatore. Anzi, noi stessi siamo esseri pieni di luce, fin dentro al nostro DNA. Recenti studi di biofotonica hanno dimostrato che ogni creatura vivente emette un basso livello di luce visibile, spaziando da pochi a 1000 o più fotoni per centimetro quadrato di tessuto vivente. Quindi, quando qualcuno vi dice di “splendere”, potrebbe intenderlo letteralmente!
Riconoscere la nostra luce interiore ci aiuta a realizzare il potere di ricevere non solo per noi stessi, ma anche per condividere con gli altri. Perché se una candela sul tavolo può illuminare una piccola stanza, una candela che accende altre candele ha il potenziale di illuminare all’infinito! Come ci insegna la Kabbalah, è così che diventiamo immortali – facendo un lavoro che vive al di là di noi.
Ci sono dei posti in cui la vita ci chiama, dove l’unità ha lasciato il posto alla separazione, alla tristezza e alla disperazione. Spesso, le tragedie accadono quando l’interezza è stata ignorata, nascosta o dimenticata. Eppure, ad ognuno di noi è dato un esclusivo insieme di passioni, talenti, capacità e opportunità con cui possiamo aiutare ad illuminare gli angoli bui del mondo. Per illuminarli in modi in cui solo noi possiamo!
Questa settimana, ricorda che il Creatore non è solo “lì fuori”, ma dentro di TE. Dove sono le candele nel mondo che chiedono la TUA specifica luce?
Più ci connettiamo alla fonte, più capiamo come siamo indissolubilmente legati gli uni agli altri, per tutta la vita, e nell’intero universo. Il nostro ruolo non è né più né meno importante di quello di ogni altra persona. Respiriamo la stessa aria, guardiamo le stesse stelle e beviamo la stessa acqua dalla stessa pioggia che è caduta su ogni persona che abbiamo mai vissuto o che vivrà. In altre parole, TU hai tutto il potere di cui hai bisogno per ottenere, curare o creare tutto ciò che immagini!
Durante questo periodo di Shavuot, è come se fossimo tutti sul Monte Sinai migliaia di anni fa, ad assistere a un bagliore abbastanza luminoso da accendere milioni di candele, ad iniziare dalla nostra.
