Questo articolo è già stato pubblicato nel 2017
Ci sono molte componenti nella spiritualità. Naturalmente, c'è uno studio attraverso il quale possiamo penetrare nelle molteplici profondità della magnificenza del Creatore. C'è anche la preghiera, un canale attraverso cui parole e pensieri possono connetterci con l’onnipresente Luce di Dio. Questi strumenti sono entrambi importanti, ma ce n'è un altro, uno che credo sia il più potente per raggiungere uno stile di vita spirituale, insieme a tutte le benedizioni e la felicità che con esso arrivano.
Si tratta di quella che io chiamo spiritualità in azione. Perché non c'è niente che generi più positività nel mondo che aprire i nostri cuori l'uno all'altro, o dare una mano a qualcuno che si trova nel bisogno.
"Pregare Dio è bello e studiare Dio è la via per illuminazione, ma diventare come Dio è davvero Divino."
Nella porzione dello Zohar che leggiamo questa settimana, c'è la storia di un bambino di sei anni, chiamato Yenuka, che aveva il dono della visione spirituale. Quando due visitatori entrarono in casa sua (peraltro erano anime giuste), egli fu in grado di "vedere" che non avevano fatto le preghiere dovute. Lui riusciva a "vedere" che, in quella giornata, non avevano attivato certi canali spirituali. Non solo questa è una testimonianza del fatto che i bambini piccoli hanno generalmente più accesso al regno non visibile rispetto agli adulti, ma, man mano che la storia procede, troviamo una grande lezione.
Dopo che il bambino parla a questi saggi individui, questi rimangono davvero stupiti. Confermano che, sì, ha ragione - hanno effettivamente saltato le loro connessioni. Poi, però, spiegano la ragione: erano occupati ad aiutare una coppia per il loro matrimonio, dato che non avevano famiglia o amici che potessero aiutarli. Non avevano dedicato "tempo" al Creatore perché avevano "messo in pratica quanto avevano predicato". Sapevano che questa azione di pura condivisione, per la quale non ci sarebbe stata alcuna ricompensa o ritorno personale, era molto importante quella mattina.
Che fantastico promemoria! È facile cadere nella ripetitività nel nostro lavoro spirituale e dimenticarne la ragione primaria. Attraverso la Torah, veniamo benedetti con un percorso definito, ma non dobbiamo mai dimenticare le idee di empatia, gentilezza e dignità umana; perché saranno inevitabilmente quelle a cambiare il mondo.
Questo concetto mi fa ricordare quando il Creatore creò la Terra, Egli la creò con le Leggi della Natura. Tuttavia, aveva anche creato specifici punti nel tempo e nello spazio dove ci sarebbe stata un’eccezione a queste Leggi, come quando il Sole rimase fermo nel cielo per Joshua. Così è anche il nostro cammino. Tutti noi avremo momenti in cui saremo chiamati ad aiutare qualcun altro, sacrificando qualcosa di nostro. Il punto da ricordare è che quando si tratta di condividere, siamo noi i soli a beneficiare di questo scambio.
Nella Torah di questa settimana (Devarim), Mosè rimprovera gli Israeliti, non con sdegno o rabbia, ma con amore. Li stava aiutando a vedere gli aspetti che dovevano trasformare. Sapeva che potevano camminare da soli. Sapeva che dovevano imparare a prendere decisioni - non tanto per sembrare bravi o adattarsi, ma per crescere nella loro natura spirituale, proprio come hanno fatto le due anime giuste in questa storia. Questo è il dono che riceviamo anche noi.
Questa settimana manifestate la spiritualità nell'azione. La nostra parte immortale cerca continuamente di condividere, di amare, di pregare per gli altri, di dare e ricevere amore gratuitamente. Rimaniamo aperti sempre all'opportunità di farlo.