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Quando “essere troppo impegnati” è malsano

Monica Berg
Novembre 11, 2024
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Conosco una donna che è totalmente devota ai suoi figli. Ha scelto di essere una mamma casalinga che riversa ogni grammo della propria energia nella ricerca dei cibi più sani, nel trovare le migliori attività extra-curricolari e nell’imparare nuovi modi per comunicare positivamente coi propri figli. È di una dedizione ammirevole, ma c’è un importante problema: nel suo incessante tentare di essere un genitore perfetto, si dimentica spesso di essere davvero presente con i propri figli.

Un giorno, mentre correva in giro per la città per lasciare una figlia alla lezione di danza e un altro a quella di karate, i suoi figli se ne stavano seduti tristi sui sedili posteriori. La gioia di una festa di compleanno a cui avevano appena partecipato era stata oscurata dal rimprovero per aver mangiato caramelle e dolci - tutte delizie che lei aveva permesso loro di gustare con riluttanza. Si impegnava così tanto a creare le condizioni perfette per crescere i propri figli che stava rendendo sé stessa - e soprattutto loro - tristi. I suoi bambini probabilmente non ricorderanno gli spuntini biologici che preparava o le attività attentamente curate; ricorderanno invece lo stress e i rimproveri che hanno provato mentre correvano da un posto all'altro. 

È un passo falso comprensibile, eppure inconsapevole, che tutti facciamo. Ci concentriamo tanto sul fare che ci dimentichiamo di essere. Avere da fare, nella sua forma “malsana”, non è tanto l’avere un’agenda piena o il dedicarsi a varie attività. Si tratta di quell’impegno che ci distacca dal presente e che non ci fa vedere l’impatto emotivo che abbiamo su chi ci circonda. Ci sono alcune cose su cui possiamo lavorare, qui. 

Il paradosso del perfezionista 

Nel tentativo di spuntare tutte le caselle di un’impossibile lista di cose da fare, ci perdiamo l’aspetto più importante di quel che stiamo facendo, che si tratti dell’essere genitori, del prenderci cura della nostra salute o del perseguire i nostri obiettivi. E quell’aspetto è la connessione. Lo sforzo costante di essere perfetti - che sia mangiando biologico, cercando di dimostrarci affidabili perché la banca ci faccia credito, o attraverso un’impeccabile disciplina - diventa controproducente quando crea un’atmosfera di stress. 

Per quel che riguarda l’essere genitori, ad esempio, una ricerca pubblicata sul Journal of Child and Family Studies, mostra come lo stress dei genitori e il perfezionismo possono portare a maggiori livelli di ansia e a un ridotto benessere emotivo nei figli. I bambini non hanno bisogno di genitori perfetti, ma di persone felici e presenti che li facciano sentire al sicuro e amati. 

Fare vs. Essere

Ho parlato di questo argomento tante volte, ma vale sempre la pena ripeterlo. Spesso diamo la priorità alla produttività e al miglioramento di noi stessi a scapito del goderci la vita per come viene. Tuttavia, la ricerca indica che la consapevolezza e l’essere presenti nel qui ed ora sono maggiormente associate alla felicità e alla soddisfazione di quanto lo sia l'impegno costante. Eppure, il prendersi cura di sé stessi può spesso finire per essere un’altra delle cose da spuntare sulla lista. Questo mi ricorda una citazione del mio poeta preferito, Rumi, che dice: “Lasciati trascinare silenziosamente dalla strana attrazione di ciò che ami veramente. Non ti porterà fuori strada.”. Prendetevi del tempo per riconoscere quell’attrazione e seguitela, di tanto in tanto. 

Il costo dell’avere costantemente da fare

Quando siamo costantemente in movimento e super-concentrati su ciò che va fatto, spesso non riusciamo a riconoscere il clima emotivo che stiamo creando. Il che può portarci a relazioni tese, esaurimento e mancanza di gioia per le stesse esperienze per cui abbiamo lavorato così duramente. Come è chiaro nella storia della donna di cui vi parlavo, persino le azioni con le migliori intenzioni possono condurre alla frustrazione e alla disconnessione se perdiamo di vista il quadro generale delle cose. 

Dunque, una volta che ci rendiamo conto di fare troppo, come possiamo tornare indietro e riportare l’equilibrio? Ecco alcuni modi per farlo: 

Fermatevi e riflettete: prendetevi un momento ogni giorno per valutarvi. Vi state relazionando con le persone che amate in un modo che le faccia sentire valorizzate e importanti? State creando gioia e non stress con le vostre azioni? 

Prediligete la connessione: fate scelte intenzionali per ciò che ha davvero importanza. Va bene lasciar stare alcune attività o abbassare i propri standard in alcune cose se ciò significa vivere momenti più significativi e presenti con la vostra famiglia.

Seguite la vostra gioia: fate una passeggiata, ordinate un caffè speciale, prendetevi del tempo per creare qualcosa. Sono tutti piccoli modi per dare alla vostra giornata un pochino di gioia non strutturata e di tranquillità. Anche solo prendervi trenta minuti per non fare “nulla” può portare una certa dose di meraviglia nella vostra giornata. 

Lasciate andare la perfezione: la perfezione è impossibile. Accettate di non dover essere perfetti per essere ottimi genitori o partner. Anzi, accettare l'imperfezione può alleviare lo stress e favorire la spontaneità, gli imprevisti felici e le interazioni gioiose. 

È importante notare che la donna di cui vi ho parlato non è una cattiva madre - anzi, tutt’altro. Le sue intenzioni provengono da un luogo di profondo amore e cura che è vero per ognuno di noi. Tuttavia, le sole intenzioni non bastano quando le nostre azioni creano un ambiente di stress e pressione per noi e per chi ci sta intorno. La chiave per liberarsi da quel malsano “essere impegnati” è spostare la nostra attenzione e fare di tutto per essere presenti con le persone che amiamo. Dopotutto, non è quello che facciamo, ma il modo in cui facciamo sentire le persone che rimarrà più impresso. 

E ricordiamoci anche che, qualche volta, la cosa migliore che possiamo fare è rallentare, fare un respiro profondo e, semplicemente, essere. Potremmo anche avere obiettivi ed intenzioni – come è giusto che sia – ma dobbiamo anche tenere a mente che c’è una sola cosa che siamo destinati a “fare”, ed è essere una Luce ovunque andiamo. Svegliarci con il principale obiettivo di essere un raggio di luce nelle vite di tutti quelli che incontriamo. Non essere perfetti. Ma essere una fonte di luce. 

Che bel modo di esistere. 


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