Nel suo libro Days of Power (“Giorni di Potere”), Rav Berg scrisse “C’è più potere nel seme che non nell’intero albero. Ma il potere del seme è potenziale, mentre quello dell’albero è [già] manifesto”.
Come può esserci più potere in un seme che in una quercia pienamente cresciuta?! Il seme è piccolo, quasi privo di peso. Non dà frutti né ha rami – potrebbe anche essere un granello di sabbia sulla spiaggia ricoperto da milioni di minuscoli granelli esattamente uguali. Eppure, una volta piantato, ha tutto il potere di diventare.
Ciononostante, l’albero in sé è già cresciuto. Magari non è una quercia ma un ulivo. Sebbene si sia manifestato magnificamente per far crescere deliziose olive, non potrà mai essere una quercia. O un pesco. O un melo. Questo lo porta forse ad appassire e a smettere di crescere? No. Continuerà a produrre olive per il resto della sua vita – che potrebbe essere lunga più di mille anni!
Il 25 gennaio è stato il quindicesimo giorno del mese dell’Acquario, conosciuto come Tu B’Shevat, il compleanno degli alberi. È la finestra di 24 ore in cui gli alberi ricevono l’energia per l’intero anno – se cresceranno e se da essi nasceranno i frutti. I Cancelli Superiori si aprono per innaffiare il Regno Vegetale di nutrimento spirituale, ma ci danno anche un’opportunità di incarnare il potere soprannaturale degli alberi…
Ognuno di noi ha in sé tanto il seme quanto l’albero. Potremmo credere di essere piccoli ed insignificanti come il seme, ma non è mai questo il caso. Abbiamo in noi una fonte infinita di potenziale che possiamo manifestare in tutti i modi! Come l’albero, potremmo credere di essere pienamente manifestati come una cosa sola, ma anche questo non è vero. Siamo tutti – e sempre – un lavoro in corso!
Anzi, gran parte del potenziale che una volta possedevamo è ancora lì.
Quel potere soprannaturale che possiamo incarnare oggi è la capacità di una pianta di germogliare e fiorire contro la gravità. Gli alberi sfidano la forza di gravità in modi miracolosi – crescendo più di 90 metri! – e possono ispirarci a fare lo stesso. La nostra natura può essere rappresentata dal Desiderio di Ricevere Solo Per Noi Stessi che è, curiosamente, da dove derivano la maggior parte delle nostre credenze e dei nostri pensieri negativi. Mentre cresciamo contro o nonostante questo impulso, dovremmo impegnarsi a costruire un Desiderio di Ricevere Per Condividere. Quando lo facciamo, diventiamo come il Creatore, che è condivisione, è bontà ed è completamente infinito. Più imitiamo il Creatore, più ci eleviamo al di sopra di quelle negatività – dubbio in noi stessi, paura, preoccupazione, o mancanza – che ci trattengono dal nostro potenziale.
Gli alberi da frutto sono tra i più potenti quando si parla di condividere. Fin dalla giovane età, i frutti prodotti vengono regolarmente raccolti per rafforzare la resilienza dell’albero. Mentre gli alberi continuano a produrre i loro frutti, i frutti stessi diventano più resistenti e più abbondanti. Ma non è solo la crescita del frutto che supporta l’albero. È il donarlo. Più un albero produce, più è necessaria la raccolta per essere tenuto in salute. Deve, abbastanza letteralmente, condividere per poter continuare a crescere. E quando i suoi frutti vengono coltivati in modo costante e raccolti generosamente, questi alberi possono vivere fino a 200 anni e più! Inoltre, essi donano a chi ha bisogno, non scelgono chi riceve i loro frutti, per loro non fa differenza!
È la metafora perfetta. Crescere e ottenere risultati con l’intenzione di dare costantemente è il nostro percorso verso la salute e la realizzazione. Non esistiamo per accumulare i nostri frutti o per smettere di crescere. Lo scopo della nostra vita è crescere come crescono gli alberi: continuamente e generosamente, donando in ogni occasione. Non è nostro compito distinguere chi è degno della nostra gentilezza. Il nostro compito è semplicemente dare e condividere. Semplice da capire? Sì. Facile da fare? Non sempre. Ma il viaggio per diventare esseri di condivisione è ciò che conta. Come dico spesso, il processo è lo scopo.
Mentre continuiamo ad evolverci e a crescere, diventiamo degni di alcune delle benedizioni più belle della vita. Proprio come gli alberi che crescono contro la loro natura, producendo frutti dolci e rami alti, man mano che cresciamo attiriamo anche manifestazioni gioiose. Dato che Tu B’Shevat cade il quindicesimo giorno dell’Acquario, si trova direttamente di fronte al quindicesimo del mese del Leone sulla ruota zodiacale. Perché lo dico? Perché il quindici del mese del Leone, conosciuto come Tu B’Av, è uno dei giorni più positivi e gioiosi di tutto l’anno. È il giorno delle anime gemelle, dei matrimoni, delle celebrazioni e della gioia – il più dolce dei doni, che attiriamo man mano che diventiamo la persona che siamo destinati ad essere.
La promessa della crescita che sperimentiamo impegnandoci ad andare contro la nostra natura è una promessa di realizzazione, gioia e abbondanza. Nell’osservare questa giornata verdeggiante, meditate su come e dove desiderate maggiormente crescere. Dove vi sta chiamando il vostro potenziale? Cosa vi trattiene? Qualunque cosa sia, sappiate che vi sta dando una potente opportunità di prosperare, forse in modi che non avreste mai pensato possibili.