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Unire la Nostra Anima Superiore e Inferiore

Michael Berg
Aprile 30, 2023
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La porzione Emor inizia con il Creatore che dice a Mosè: "Parla ai kohenim, i sacerdoti, i figli di Aronne, e devi parlare a loro...". Il concetto del parlare ai figli di Aronne viene ripetuto. I commentatori si interrogano su questo: perché il Creatore dice a Mosè di parlare una volta e poi di farlo di nuovo? C'è un Midrash che dice che, quando il Creatore parla con gli angeli, serve dire una volta soltanto ciò che va fatto, e viene fatto. Ma agli uomini che abitano questo mondo, quindi hanno un'inclinazione negativa, è necessario parlare due volte, nella speranza che poi siano in grado di ascoltare e di agire.

"Nel mondo spirituale non c'è mai una mancanza."

Quindi, Emor inizia con una ripetizione in cui il Creatore dice a Mosè: "Parla loro e parla loro di nuovo", e vogliamo capire che cosa dice il Midrash a riguardo. La chiave di lettura è che il Creatore si rivolge a Mosè dicendo: "Puoi dire le cose una volta agli angeli e loro le faranno, ma se le dici due volte alle persone, solo allora forse ascolteranno". Ma perché proprio due volte? Sebbene possa sembrare un numero arbitrario, sappiamo che nulla nella Torah è casuale. Perciò, per capire qual è il segreto di questi due livelli di espressione, occorre avere una nuova comprensione su chi siamo.

C'è una sezione di Bnei Yissaschar, il Rav Tzvi Elimelech di Dinov, nel suo libro Igra de Kalla al HaTorah, in cui afferma che l'anima che ognuno di noi riceve dal Creatore prima di venire al mondo proviene da un luogo chiamato Shechinah, il Mondo delle Anime. Inoltre, come Rav Ashlag ripete spesso nelle Dieci Emanazioni Luminose, nelle questioni spirituali non si trova mai una mancanza. Nel mondo fisico, ad esempio, se prendiamo una tazza e la diamo a un'altra persona, questa possiederà la tazza e noi non più; tuttavia, questa realtà non esiste nel mondo spirituale. Nel mondo spirituale non scompare mai nulla, per cui se la Luce o l'energia esisteva in un luogo in un dato momento, continuerà a esistere lì per sempre, e se la Luce viene condivisa significa che, oltre a rimanere dove si trovava, esisterà allo stesso tempo in un altro luogo.

"L'anima superiore resta sempre perfetta."

Lo stesso vale per le nostre anime. Le nostre anime provengono originariamente e risiedono in eterno in questo mondo chiamato Shechinah, o K'lal Israel, la congregazione di tutte le anime. Sicché, anche dopo che la nostra anima è discesa da quel luogo, continua a vivere ed esistere anche nel mondo superiore. Purtroppo, spesso commettiamo l'errore di pensare che la nostra anima esista solo in questo mondo, ma non è così, perché ci sono due metà della nostra anima: quella che risiede nel Mondo Superiore e quella che viene mandata giù nel corpo. In effetti, la nostra anima ha 248 parti del corpo, proprio come il nostro corpo fisico è composto da 248 parti.

Questa comprensione, spero, cambierà la nostra prospettiva su ciò che tendiamo a pensare sia il nostro lavoro spirituale. Perché, una volta compreso che abbiamo due parti della nostra anima, l'anima superiore, che rimane sempre perfetta, e l'anima inferiore che si trova nel nostro corpo, abbiamo ora un nuovo modo di vedere il nostro lavoro spirituale. Lo scopo del nostro lavoro è di permettere alla nostra perfetta anima superiore, attraverso ogni azione spirituale e di connessione che compiamo, di risplendere verso il basso nella nostra anima inferiore, nell'anima che si trova nel corpo fisico. Quindi, lo scopo ultimo del nostro lavoro spirituale è che la totalità della nostra anima superiore risplenda fino alla nostra anima inferiore, diventando una cosa sola.

Al tempo in cui Isacco fu legato, ad esempio, quando Abramo raggiunse lo scopo ultimo della sua vita, si dice che il Creatore chiamò Abramo e pronunciò il suo nome due volte; lo Zohar spiega che questo è il segreto di questo versetto. Abramo raggiunse la perfezione della sua anima in quel momento, ma non accadde perché il Creatore gli inviò una grande Luce, piuttosto che la sua stessa anima perfetta fu in grado di unirsi completamente con la sua anima inferiore. Aveva creato la connessione perfetta tra la sua anima superiore e quella inferiore e quindi aveva raggiunto lo scopo per cui era venuto in questo mondo. È questo l'obiettivo che ognuno di noi deve raggiungere: attraverso il nostro lavoro spirituale far sì che la nostra anima superiore risplenda nella nostra anima inferiore.

Al contrario, se una persona agisce con il Desiderio di Ricevere solo per Sé Stessa, crea una barriera tra la sua anima superiore e quella inferiore. Ciò che quindi accade, purtroppo, è che la persona indebolirà le sue connessioni e il suo lavoro spirituale. Quando la persona agisce in base al proprio Desiderio di Ricevere solo per Sé Stessa, provoca una separazione tra la sua anima superiore e l'anima inferiore; di conseguenza, non potrà ricevere le benedizioni e la Luce che derivano dalla connessione con la nostra anima superiore.

Quindi, ora disponiamo di un nuovo modo di considerare il nostro lavoro spirituale. Da un lato abbiamo l'anima superiore, l'anima perfetta che esiste in quel mondo chiamato congregazione delle anime, detto anche Shechinah. Dall'altro abbiamo la parte inferiore dell'anima, che è scesa all'interno del corpo. In ogni azione spirituale che compiamo, se la nostra consapevolezza è tale da risvegliare, attraverso quell'azione, una connessione più forte tra l'anima superiore e l'anima inferiore che si trova nel nostro corpo, possiamo unire entrambe le parti dell'anima, e questo ci permette di attingere a una maggiore quantità di Luce e benedizioni che siamo destinati ad avere in questo mondo.


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