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Quando abbiamo il potenziale, ne abbiamo la responsabilità

Michael Berg
Luglio 30, 2023
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Nel Midrash si racconta di un uomo che ha vissuto ai tempi di Rav Pinchas ben Yair, il suocero di Rav Shimon bar Yochai. Si racconta che quest'uomo era una persona gentile il cui lavoro nella vita era scavare pozzi per la gente. Aveva molta saggezza e sapeva dove scavare e trovare l'acqua; quindi, se c'era una città o un villaggio senza acqua, lui si recava lì e, grazie alla sua saggezza, creava pozzi che permettevano a innumerevoli persone di bere.

Un giorno, mentre sua figlia stava camminando, si imbatté in un fiume impetuoso, nel quale cadde annegando. Molte persone si recarono da Rav Pinchas ben Yair per raccontargli cosa era successo alla figlia dello scavatore di pozzi. Rav Pinchas ben Yair rispose pronunciando le parole ”ee efshar” ,che significano "non può essere, impossibile"; non può essere che la figlia di quest'uomo, il cui lavoro in tutta la sua vita era creare acqua per altre persone, muoia nell'acqua. Mentre pronunciava queste parole, all'improvviso la gente in città gridava che era apparsa la figlia dello scavatore di pozzi. Perché? Il Midrash ci racconta che quando Rav Pinchas ben Yair pronunciò le parole “ee efshar", un angelo scese e rianimò la figlia dello scavatore di pozzi.

"È un miracolo e una storia incredibile."

È un miracolo e una storia incredibile; una storia in cui i kabbalisti ci spiegano cosa succede se non facciamo le nostre azioni di condivisione o manifestiamo la nostra Luce. Quando la nostra Luce si manifesta le permettiamo di crescere in modo esponenziale generando così un grande serbatoio di Luce, di protezione e, ancor più importante, di miracoli.

Il motivo per cui questo miracolo è avvenuto attraverso le parole di Rav Pinchas ben Yair è perchéé l'uomo che scavava i pozzi per il popolo non si era mai trattenuto dal compiere le proprie azioni di condivisione, e da quella quantità di Luce che si era generata, Rav Pinchas ben Yair ha attinto per creare il miracolo della resurrezione della figlia dell'uomo.

Molti di noi compiono azioni di condivisione, ma questo non basta per creare grandi miracoli. Dobbiamo, come lo scavatore di pozzi, lasciar fluire continue azioni di condivisione. Se vogliamo creare un serbatoio di Luce che sia disponibile - come quella che ha utilizzato Rav Pinchas ben Yair e generata dallo scavatore di pozzi - dobbiamo fare ogni azione di condivisione possibile, fare tutto il bene che ci è possibile. E allora avremo il potere di creare miracoli incredibili.

Inoltre, questa storia si riferisce alla spiegazione dei Kabbalisti secondo la quale se Rav Pinchas ben Yair non avesse pronunciato le parole "non può essere", che permisero la resurrezione della figlia dell'uomo, si sarebbe creata in lui un'enorme mancanza per non aver creato quel miracolo. Ma qual è il senso? Se la figlia dell'uomo è morta, perché Rav Pinchas ha la responsabilità di creare il miracolo? Qui impariamo una lezione molto importante: noi siamo responsabili di ciò che è in nostro potere fare. Rav Pinchas ben Yair aveva la capacità di creare questo miracolo. Nel suo potenziale, sapeva come accedere alla quantità di Luce disponibile che quell'uomo aveva creato e poi sapeva fare il miracolo per far rivivere la figlia di quell'uomo.

"Abbiamo il potere di portare Luce e creare miracoli per gli altri molto più di quanto noi crediamo e facciamo."

Qualsiasi cosa sia in nostro potere fare, ne siamo responsabili. E ognuno di noi ha, in una misura o nell'altra, il potenziale - e quindi, la responsabilità - di poter creare questi miracoli per sé e per gli altri.

Nella porzione Ekev, Mosè dice agli israeliti che si trovano a est del fiume Giordano che loro lo attraverseranno, ma lui no. I kabbalisti sostengono che il motivo per cui Mosè usa una terminologia così particolare, dicendo: "Voi attraverserete, io non attraverserò", è perché voleva risvegliare in loro il desiderio di chiedere e pregare che gli fosse effettivamente permesso di attraversare. Voleva risvegliare in loro questo desiderio cosicché, appena  lo avessero sentito, avrebbero detto: "No. Diciamo al Creatore, ee efshar, non può essere. Anche Mosè deve attraversare". E i kabbalisti insegnano che se gli israeliti avessero chiesto in quel momento, Mosè avrebbe attraversato. Nella porzione precedente Va'etchanan, Mosè pregò 515 volte per creare questo miracolo, ma nemmeno lui era riuscito a crearlo da solo. Tuttavia, gli israeliti avrebbero potuto farlo per lui. E poiché avevano il potere di farlo, e gli era stato accennato di farlo, ma non l'hanno fatto, hanno causato mancanza a loro stessi.

Abbiamo un potere molto più grande di quanto crediamo di portare Luce e creare miracoli per gli altri. Una delle cose che impariamo dalla storia di Rav Pinchas ben Yair è che, quando abbiamo il potenziale, abbiamo la responsabilità, e uno dei grandi doni che Mosè ci dà a Shabbat Ekev è la capacità di creare questi miracoli con le nostre parole. Durante Shabbat Ekev, riceviamo il potere di creare miracoli per gli altri con le nostre parole. E quando sappiamo di avere il potenziale per farlo, cominciamo a capire di avere anche un'enorme responsabilità.


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